
Aterosclerosi e arteriosclerosi devastano con l’ età le nostre arterie a causa di delle infiltrazioni di calcio, contribuendo alle malattie degenerative.
Recenti studi dimostrano che una carenza di una vitamina semisconosciuta, la K, crea una maggior calcificazione vascolare di quanto inizialmente pensato.
Non solo, sembra che la K ottimizzi anche l’ assorbimento della Vitamina D, fondamentale per la lotta contro le malattie autoimmunitarie.
Di Claudio Tozzi (autore della Geo Paleo Diet)
Nonostante tutti pensano che siano i tumori, in realtà le malattie più diffuse e devastanti sono quelle legate all’ apparato cardio-vascolare, prime in classifica al mondo per quanto riguarda le cause di morte.
Recenti ricerche hanno individuato in una semplice vitamina, come la K, come una possibile e fondamentale agente anti-calcificazione delle arterie, uno dei fattori centrali nelle patologie legate a cuore e vasi che devastano soprattutto le popolazioni occidentali.
Infatti l’ epidemiologia ha dimostrato che nella maggior parte delle persone di età superiore ai 60 anni stanno progressivamente aumentando i depositi di minerali di calcio nelle loro arterie principali. (5)
Uno studioso, William Faloon, ha letto tutta la sterminata letteratura scientifica sull’ argomento e ha trovato molte cose veramente interessanti e sorprendenti sulla vitamina K in relazione all’ ostruzione delle arterie.
La calcificazione vascolare aortica riduce l’ elasticità arteriosa, che danneggia l’emodinamica cardiovascolare, causando morbilità (cioè il tempo nell’ arco della vita in cui si hanno uno o più patologie) e mortalità (6-8) sotto forma di:
- ipertensione
- stenosi aortica, cioè il restringimento di un orifizio (in questo caso l’ aorta) ma anche di un dotto, di un vaso sanguigno o di un organo cavo, tale da ostacolare o impedire il normale passaggio delle sostanze che fisiologicamente passano attraverso di essi.
- ipertrofia cardiaca
- infarto e ischemia degli arti inferiori
- insufficienza cardiaca congestizia
- Iintegrità strutturale compromessa. (9-11)
La gravità e l’estensione della mineralizzazione riflettono il carico della placca aterosclerotica (12)
tanto che è possibile prevedere, in base ad essa, la morbilità e la mortalità cardiovascolare. (13)