
In vari mass media di tutto il mondo è comparso uno studio su cui gli anti-paleolisti in servizio permamente effettivo si sono subito buttati a pesce, prendendolo come caposaldo della non scientificità della nostra alimentazione.
Sono andato a leggere questa ricerca e….
di Claudio Tozzi
In giro nel mondo c’è brutta gente.Per esempio persone che hanno facebook, blog o riviste che parlano solo perchè hanno una tastiera e per andare contro a qualcosa, visto che questo qualcosa, nella loro triste mediocrità, non sono riusciti a farlo.
Gente triste, che legge gli studi e capisce fischi per fiaschi, magari perchè fa l’ impiegato della Città metropolitana di Roma Capitale, oppure ruba lo stipendio ad enti para-statali, altri si stampano il libro da soli perchè nessuno glielo pubblica o scrivono nelle peggiori riviste di fitness di Caracas.
L’ ultima di questi fenomeni è cavalcare l’ onda di un recente studio, riportato anche da vari giornali in tutto il mondo tra cui il “Washington Post“, dove si sarebbe scoperto che negli scheletri dei nostri antenati post-agricoltura ci sarebbero stati cambiamenti genetici, dovuti appunto all’ introduzione di cereali, latticini e legumi nella nostra alimentazione, iniziata circa 10.000 fa.
Come è noto, la teoria della paleo diet si fonda sul fatto che invece non ci sarebbero stati adattamenti genetici a questi nuovi cibi, che quindi l’ agricoltura ha portato tutta una serie di problemi ad un organismo come quello dell’ Homo Sapiens (cioè noi) evolutosi solo con carne, pesce, uova, frutta e verdura, come sovrappeso, obesità, diabete, malattie autoimmunitarie,ecc.
Quindi se fosse vero lo studio, la teoria della paleo sarebbe sconfessata.
Sono andato quindi a vedere questa ricerca della prestigiosa rivista “Nature”, effettuata da Mathieson e colleghi, che hanno condotto un’accurata analisi genetica sui resti di 230 soggetti vissuti in Europa occidentale fra il 6500 a.C. e il 300 a.C.
Mathieson ha identificato ben 12 segnali genetici che mostrano che la selezione ha favorito in effetti la diffusione di alcune varianti geniche a scapito di altre.
Il segnale genetico più forte scoperto riguarda il persistere in età adulta della lattasi, l’enzima che permette di digerire il latte, indicato da particolari SNP (Single Nucleotide Polymorphism cioè lievi variazioni) a carico di vari geni, due dei quali coinvolti nel metabolismo degli acidi grassi e della vitamina D.
In pratica, un volta fuoriscito dall’ Africa, dove l’ uomo si era evoluto per milioni di anni nudo e tutto al giorno al sole, si è ritrovato in Europa dove era freddo e quindi doveva coprirsi, impedendo la corretta produzione di vitamina D tramite la pelle.
Senza contare che in Nord Europa, specialmente in Scandinavia, il sole non c’è proprio per tanti mesi.
I latticini contengono vitamina D e quindi l’ evoluzione ha cambiato questi SNP per digerire il lattosio (altrimenti non assorbibile) per permettere l’ introduzione di un pò di questa prezioso ormone (quale è la vitamina D), fondamentale per la salute e la sopravivenza.
Purtroppo tali variazioni però sono correlati anche a un aumento del rischio di sviluppare malattie come:
•Celiachia
•Colite ulcerosa
•Sindrome del colon irritabile
Quindi in effetti, lievemente, ci siamo adattati.
In PEGGIO.
In pratica i cambiamenti genetici hanno si favorito (solo in alcune persone, visto che, per esempio, il 60 % degli italiani, cioè 35 milioni, sono intolleranti geneticamente al lattosio) l’ adattamento ai latticini, ma per fare questo ha aumentato la probabilità di avere gravi malattie, che prima dell’ agricoltura nemmeno esistevano.
Ebbene secondo i fenomeni para-statali, questi cambiamenti genetici sarebbero la sconfitta della paleo diet, mentre in realtà ne confermano in toto la straordinaria valenza, perchè se non mangi i latticini, i cereali e i legumi, non ti verranno mai “malattie” come la celiachia, la colite ulcerosa, la sindrome del colon irritabile e praticamente tutte le altre malattie autoimmuni.
Nemmeno se hai i geni cambiati dall’ agricoltura.
Riporto infine l’ opinione di Ian Mathieson, cioè proprio il ricercatore dell’ Harvard School of Medicine che ha fatto lo studio per “Nature”:
“La mia opinione generale di questo è che non lo so davvero. Noi sappiamo che ci sono alcuni cambiamenti specifici negli esseri umani. Ma sono una parte relativamente piccola di numero. Per me, è una questione aperta. Si tratta di un’ ipotesi”.
Quindi per lo scienziato autore dello studio è tutto è ancora da chiarire, mentre per gli impiegati comunali, para-statali, autostampatori di libri, autori di riviste di fitness di infimo ordine, è invece tutto chiaro: la Paleo diet è smentita….
Poveretti